“Ci sono state due catastrofi: il
no all’indipendenza scozzese e il sì alla Brexit. Ora la Gran
Bretagna, a eccezione di Londra e di pochi centri ricchi intorno
alle università, è un Paese del terzo mondo. Un postaccio”. Così
Irvine Welsh, autore di Trainspotting, che ha inaugurato a
Torino il festival Radici, progetto della Fondazione Circolo dei
lettori a cura di Giuseppe Culicchia con il contributo della
Regione Piemonte, assessorato regionale all’Emigrazione. “Il
mondo occidentale si è istupidito. Si è perso il potere del
collettivo e delle organizzazioni dei lavoratori. Abbiamo
rinunciato all’ideale della democrazia, compromessa da interessi
di potere”, ha affermato lo scrittore.
Al centro del festival il tema dell’identità. “Oggi siamo
tutti alla ricerca di un’identità. È un viaggio doloroso per
tutti”, ha detto Welsh. “Ci sono divisioni fomentate dal sistema
in cui viviamo e che non riusciamo mai a mettere in crisi. Il
mondo in cui viviamo oggi è fatto di droghe e internet, è molto
divisivo. Credo che dovremo concentrarci sull’identità che tutti
condividiamo come essere umani. Dovremmo prestare la nostra
attenzione a questo invece che alle divisioni. Tutti abbiamo una
nostra cultura da cui arriviamo e della quale ci sentiamo
prigionieri”.
“È molto difficile scrivere libri immorali, se escludiamo
Mein Kampf. Questo perché attingiamo all’inconscio. Io amo
scrivere di personaggi che hanno fatto scelte sbagliate, ma
anche nel buio in fondo vedono sempre la luce” ha spiegato Welsh
che ha da poco pubblicato Resolution, edito in Italia da Guanda.
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