Accolto come una star nel piccolo spazio incontri del Pen Berlin per la folla che lo aspettava, Roberto Saviano arrivato oggi alla Buchmesse di Francoforte ha parlato delle nuove forme di censura e della sua assenza dalla delegazione ufficiale di autori di Italia Ospite d’Onore alla Fiera del Libro di Francoforte come di una “necessità di avere bersagli”. “Mi volevano escludere, va benissimo. Ma il messaggio non era tanto ‘non ti abbiamo scelto perché non ci piaci’, bensì ‘adesso con noi al governo vi liberiamo di certe figure’. Una specie di debito che dovevano dare alla loro parte politica: ‘almeno questi, ve li togliamo dalle palle'” ha detto lo scrittore all’incontro ‘Le democrazie hanno bisogno di eroi?’. “Questo mostra bene la situazione democratica del nostro Paese che deve, ogni volta, selezionare dei bersagli, per poter educare tutti gli altri” ha aggiunto. “Non si aspettavano neppure che il direttore della Buchmesse Juergen Boos, immediatamente dopo la mia esclusione, dicesse: ‘Saviano viene ospite della Fiera Internazionale del Libro di Francoforte’. Non se lo aspettavano, ma è anche vero che non gli importava quello. Dovevano dire ‘chi sta con lui è contro di noi’. Quindi sappiate che se lavorate con lui non avrete buoni rapporti con il governo”. E queste, ha sottolineato l’autore di Gomorra, “sono le nuove forme di censura. Non sono di immediata comprensione però. Loro dicono puoi parlare, scrivere, dire tutto. Dov’è la censura?”. Ma siamo di fronte, invita a riflettere Saviano, “a una nuova forma di censura che è esattamente questa: ti tolgono l’acqua, le risorse, ti rendono dissidente, ma i dissidenti esistono nei regimi, non nelle democrazie”. “Che si intende con dissidente? – chiede lo scrittore -. Colui o colei che prendendo una posizione politica ne paga un prezzo personale. E questo non dovrebbe accadere in nessuna democrazia”. Le dichiarazioni sull’apertura al dissenso del ministro della Cultura Alessandro Giuli alla Fiera “sono imposte dal fatto di essere ospiti della Buchmesse, ma queste affermazioni sono negate ogni giorno dal comportamento che stanno avendo. Quello che sta dicendo Giuli è etichetta. Poi se nei fatti sarà dimostrato, sarò ben felice di accorgermene” spiega come un fiume in piena, mentre al Padiglione Italiano, alla stessa ora, c’era un assolo di Alessandro Baricco su Letteratura e impegno civile. “C’è una battaglia che si sta combattendo, quella della parola. Ho visto con speranza la recente intervista a Marina Berlusconi. Senza una protezione sistematica da parte dell’editore, per l’autore non c’è possiblità di salvare la propria parola”. “La rapidità – ha sottolineato – è un grande nemico del libro che ha bisogno di tempo. Io sono impegnato in una valanga di processi che ti spezzano economicamente, ti spezzano il tempo. Se un editore sposa un progetto, la sua protezione è fondamentale”. Saviano ha invitato anche a riflettere sul fatto che “al di là delle mancanze gravissime che ha avuto la sinistra italiana, in crisi totale per moltissime ragioni in tutto il mondo, non bisogna sottovalutare questa dinamica che ha ogni populismo. Qualsiasi comportamento solidale, non autentico crea diffidenza. Da un lato credere che salvare vite in mare è un atto criminale, da trafficante, e dall’altro non combattere minimamente lo sfruttamento perché di quello se ne avvantaggia il sistema Italia”. Lo scrittore ha toccato tanti temi, da Falcone alla sua terra, e ci ha tenuto a dire che “gli eroi della democrazia sono tutti quei cittadini che riescono ad avere fiducia davvero – forse non sono tra quelli – nelle istituzioni e quindi al proprio lavoro. Penso a insegnanti, istituzioni ospedaliere. A chi ci crede nonostante l’orrore”. Contentissimo della solidarietà ricevuta da colleghi scrittori e scrittrici perché “per molti anni ho avuto la sensazione che loro vedessero in me il problema. Finire in prima pagina dei giornali di estrema destra, sempre sistematicamente bersagliato e nessuno che ti desse solidarietà ti dava la sensazione che considerassero la cosa come: ‘è un problema di Saviano che è sopra le righe, che aggredisce, è un problema suo’. Vedere loro accanto, anni dopo, ha significato dire ‘non solo ci riguarda, ma sta accadendo a tutti'”. “Il dossieraggio è costante per chiunque prenda posizioni in Italia. In Germania queste storie le conoscete benissimo, ma tornerete a riviverle perchè il presente italiano è il futuro tedesco” ha concluso, pronto domani ad altri sei incontri su invito degli editori tedeschi.
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