Il boss del cartello di
Sinaloa El Mayo Zambada è stato portato via negli Stati Uniti
contro la sua volontà mentre Joaquín Guzmán López, figlio de El
Chapo, si è consegnato. “È stata un’operazione dei cartelli”. La
rivelazione, a 15 giorni dall’arresto dei due criminali, è
dell’ambasciatore degli Stati Uniti in Messico Ken Salazar che,
in una conferenza stampa, ha smentito un intervento diretto del
suo paese nell’arresto del boss.
“Non è stato un aereo degli Stati Uniti, né un pilota degli
Stati Uniti, non sono stati i nostri agenti o il nostro
personale in Messico”. Secondo Salazar, il figlio del Chapo
avrebbe deciso di consegnarsi portando a bordo con sé El Mayo,
ignaro di quello che sarebbe accaduto. Il volo era partito da
Sinaloa per atterrare poi a Santa Teresa nel Nuovo Messico,
negli Stati Uniti. “Noi stessi siamo rimasti sorpresi e abbiamo
subito avvisato i nostri colleghi del governo messicano”. Poche
ore prima il presidente Andrés Manuel López Obrador aveva
accusato Washington “per la sua mancanza di cooperazione”.
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