Il presidente argentino
Javier Milei ha elogiato la Cina come un grande partner
commerciale la cui economia è complementare a quella argentina.
Lo ha fatto in un’intervista a The Economist (“Il mio disprezzo
per lo Stato è infinito” il titolo della rivista britannica,
frase detta da Milei in precedenti dichiarazioni ma non
stavolta) precisando che, sebbene il suo allineamento sia con
gli Stati Uniti e Israele, il commercio avviene tra le persone e
non tra i governi.
La Cina per Milei è un partner “favoloso” che non “chiede
nulla in cambio a meno che tu non li disturbi” (in passato una
volta li bollò come “assassini comunisti”), aggiungendo di non
avere intenzione di abbandonare gli accordi sul clima di Parigi
perché l’Argentina non ha “alcun problema” con le emissioni di
carbonio.
Il presidente argentino ha ammesso di avere “imparato molto
sulla e dalla politica”, si è descritto come una “talpa
all’interno dello Stato” ed ha assicurato che le sue riforme
economiche stanno “portando frutti” e che persino il Giappone
sta già “applicando” il suo modello.
“È stato molto generoso con me” ha detto invece di Trump,
elogiando l'”ottima relazione” con le principali figure del suo
gabinetto” e il loro legame personale “eccellente”.
Milei ha infine assicurato che con Trump alla Casa Bianca la
relazione tra l’Argentina e il Fondo Monetario Internazionale,
cambierà “assolutamente” le cose e già lo “si può vedere nel
comportamento di alcuni funzionari del Fondo che erano severi e
ora sono molto docili”.
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