Il nodo tecnico era chiaro sin dall’inizio, ma ora la decisone sembra essere senza appello. O quasi. L’ipotesi election day è sempre più remota. Era stato il Viminale, assieme ai partiti di centrodestra, da Lega a Forza Italia, a dare un giudizio più che favorevole all’accorpamento delle elezioni per il voto in Liguria, Emilia Romagna, e Umbria. Ma oggi l’aspetto tecnico viene ribadito: “Il Viminale ha più volte chiarito che rimane ferma l’autonomia regionale delle regioni sull’election day”. E la “Liguria dovrà necessariamente votare entro il 27 ottobre come già fissato” . E’ quanto hanno sottolineato fonti qualificate. Dunque “o le altre due regioni in autonomia hanno deciso di fissare la stessa data, anticipando il voto, o non c’è possibilità di far slittare la Liguria e di procedere all’election day”. Infatti tra sogno e realtà, in mezzo c’è la Costituzione: “In materia elettorale regionale la competenza è concorrente. Allo Stato spettano solo i principi. Quindi decidono le regioni”, ha precisato il costituzionalista Stefano Ceccanti. Però “si potrebbe avere l’election day se gli enti, di comune accordo, chiedessero al governo di accorpare il voto. Ma solo se facessero loro la richiesta”, ha spiegato Ceccanti. Il caso Liguria è il più annoso, infatti la regione dovrà andare al voto entro 90 giorni dalle dimissioni di Giovanni Toti avvenute a fine luglio dopo il suo coinvolgimento in inchieste giudiziarie. Così, entro fine ottobre, urne aperte: “La procedura” con le dimissioni e l’indizione del voto “sarebbe già iniziata.
La regione non può modificare in corsa la regola. Quindi no, le elezioni non si possono posticipare – ha risposto l’ex parlamentare Pd – se non con decreto concordato col governo e le altre regioni. Dovrebbe esserci una esigenza unitaria per cui le regioni concordano di fare l’election day, e in quel caso il governo può fare un decreto”. Per l’election day, però, c’è anche il nodo dell’opportunità politica. Il caso Liguria che tiene banco da una parte e dall’altra, con candidati ancora da ufficializzare, ha in se’ il tema tempo. Nel centrodestra molti avevano auspicato che si andasse al voto in una tornata unica, per non trasformare in uno stillicidio un eventuale risultato negativo. In tanti però osservano che rimandare una campagna elettorale durante il processo al governatore Toti non sarebbe stato per nulla favorevole. In Emilia sembrava vedere positivamente la soluzione anche il Pd. Ma ora il voto si prospetta a novembre. Non combacerebbero al momento i tempi per la presidente uscente umbra, candidata del centrodestra, Donatella Tesi che avrebbe fatto sapere ai partiti che nella sua regione il voto dovrà essere più in là, almeno a dicembre. Insomma autunno caldo per la politica che al rientro dalle vacanze potrebbe ‘vivere’ in campagna elettorale fino a Natale. Con la finanziaria sul tavolo.
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