Tirato per la giacchetta tra chi lo rivuole alla Camera e chi invece spera non abbandoni il centrosinistra ligure dopo la débacle alle Regionali, Andrea Orlando pare abbia deciso di tenersi stretto il dossier Liguria (e magari guidare l’opposizione in consiglio regionale) per preparare al meglio le elezioni comunali che dovranno tenersi probabilmente a primavera vista la decadenza del sindaco Marco Bucci, nuovo governatore dell’èra post Toti.
Lunedì è già prevista una prima riunione della segreteria dem, indetta dal segretario regionale Davide Natale. Perché se una certezza il centrosinistra deve avere è quella che non rimanga impantanata nella scelta di un candidato. Visto che il centrodestra ce l’ha già praticamente pronto (si parla di Pietro Piciocchi, vicesindaco ora sindaco facente funzioni e braccio destro di Marco Bucci), il centrosinistra è costretto a stringere i tempi per cercare un candidato di peso e sfruttare fino in fondo il grande margine di voti che ha accumulato sulla città di Genova.
E’ lo stesso Orlando che lo scrive in un post sui social: “su Genova dobbiamo discutere e decidere molto rapidamente. A destra un candidato c’è, le Regionali dicono si può vincere a patto si faccia veloce. Non si rimanga impantanati come successo da maggio ad agosto. La lezione direi c’è stata data” e probabilmente è stata capita.
Un altro nodo da sciogliere è la questione delle alleanze, con la questione del Movimento Cinque stelle messo in cima all’elenco. Giovedì Pirondini, in una intervista rilasciata all’Ansa ha ribadito il veto a Italia Viva: “Il veto a Renzi ha pesato perché avremmo perso con maggior distacco – ha detto il senatore pentastellato -. Purtroppo non si vuole comprendere i messaggi che l’elettorato del M5s dà chiari da molti anni. E questo non c’entra nulla con la bella campagna di Orlando. Perché lui ci ha ben rappresentato e su di lui non c’è nulla da dire. Però se avessimo avuto Renzi avremmo avuto più difficoltà e un risultato peggiore”. Inevitabile è stata la risposta della senatrice Raffaella Paita: “Non so se Pirondini capisca meno di politica o di matematica. Di sicuro si vedeva già sindaco di Genova, poi si è svegliato tutto sudato”.
Il problema delle alleanze dunque non potrà che partire da qui e senz’altro anche Orlando ne è ben consapevole: “sappiamo bene che su di noi si sono scaricati una serie dii problemi nei rapporti tra le forze politiche e dentro le forze politiche del campo – scrive nel post -. Per fare una coalizione non basta che i partiti sostengano la stessa persona, serve anche un progetto strutturato di Paese e dei territori. Qui abbiamo pagato il problema che si ripropone per tutti i candidati di centrosinistra: l’incertezza nello schema di gioco. Tema che se non affrontato per tempo, al di là della vicenda ligure, rischia di diventare decisivo”.
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