Non c’è solo la vicenda Spano. Il giorno dopo le dimissioni del capo di gabinetto del ministero della Cultura, rimasto in carica solo nove giorni e poi travolto dalle anticipazioni di Report su un suo presunto conflitto di interesse al Maxxi, Sigfrido Ranucci annuncia “un altro caso simile al caso Boccia” che chiama in causa “un ruolo che ha avuto anche Giuli”.
Quanto basta per accrescere la fibrillazione al Collegio Romano, ma anche la tensione all’interno di Fratelli d’Italia, che in parte aveva mal digerito la nomina di Spano, fortemente voluto al suo fianco dal neo ministro ma considerato vicino agli ambienti progressisti e alla comunità Lgbtq. Un “nervosismo” ammesso dalla stessa premier Meloni. “Legittimo chiacchiericcio mediatico”, “ampiamente sopravvalutato”, taglia corto Giuli, intercettato dai cronisti dopo un nuovo, dotto intervento alla presentazione della rivista della Biennale di Venezia. E assicura di sentirsi “sostenuto dalla maggioranza”.
Ma Ranucci insiste: “Dopo quello che mostreremo qualcuno che non lo ama in FdI può trarne forza. Il problema è: in base a quali requisiti Giuli è stato nominato ministro? Mostreremo alcune cose che ha fatto in passato, come ha gestito il Maxxi e il suo ruolo in questo secondo caso Boccia”, spiega a Un giorno da pecora, definendo “una falsità” che la fonte sia l’ex ministro Sangiuliano. Altro non aggiunge, mentre nella redazione del programma si lavora alla messa a punto definitiva dell’inchiesta di Giorgio Mottola che sarà il piatto forte della puntata di domenica 27 ottobre.
A quanto si apprende, nel mirino del programma di Rai3 sarebbero finite anche l’amministrazione del Maxxi e la gestione politica dell’attesa mostra sul Futurismo, che vedrebbe in campo alcune chat di colonnelli FdI. La mostra della discordia, annunciata da Sangiuliano come grande evento a 115 anni dalla pubblicazione del Manifesto di Marinetti, ma finita al centro di polemiche su curatela, prestiti e budget e ora in programma alla Galleria nazionale di arte moderna di Roma dal 2 dicembre.
Quanto al Maxxi, Report anticipa sui social una clip in cui si punta il dito sul calo degli incassi dei biglietti (da 2,5 milioni del 2022 a 1,9 milioni del 2023) e delle sponsorizzazioni (da 1,2 milioni a 600mila euro) durante la presidenza Giuli. “Al momento del mio insediamento ho ricevuto in eredità una programmazione che ho lasciato arrivare a conclusione. Come diceva qualcuno, i conti si fanno alla fine”, replica lo stesso ministro al microfono di Mottola.
Il Domani, invece, parla di “nuova parentopoli di FdI”, accendendo un faro sui “due milioni di euro” messi a disposizione della One More Pictures, “srl fondata da Manuela Cacciamani (Ad di Cinecittà vicina ad Arianna Meloni)”, da parte del Mimit (che smentisce e annuncia querela), dal Maxxi e della Regione Lazio. Dal Museo delle Arti del XII secolo, in particolare, sarebbero arrivati “intorno ai 290mila euro” per il programma Connessioni Culturali. “È stato l’unico rapporto di collaborazione con la Fondazione Maxxi”, spiega Cacciamani al quotidiano.
Intanto la linea di Fratelli d’Italia è sgombrare il campo dalle polemiche e dalle indiscrezioni su una presunta fiducia a tempo per il nuovo inquilino del Collegio Romano. “Anche oggi leggo ricostruzioni del tutto inventate sul mio conto. Non c’è nessuno scontro tra me e il ministro Giuli. Notizia falsa e pateticamente inventata. Io e Alessandro Giuli ci conosciamo da più di trent’anni anni, è una persona che stimo e della quale appezzo la grande professionalità. Gli attacchi scomposti che gli sono stati rivolti da quando è diventato ministro sono sconcertanti e fanno ben capire quanti interessi abbia da difendere la sinistra all’interno del ministero della Cultura”, spiega il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari. “Pieno sostegno e massima fiducia a Giuli, con cui porteremo avanti il programma di FdI e del centrodestra nel campo culturale. Antonella Giuli è un’ottima professionista, con cui ho storici rapporti di stima”, fa sapere il presidente della commissione Cultura della Camera Federico Mollicone, che mercoledì era stato visto discutere animatamente in Transatlantico con la sorella del ministro, in forza all’ufficio stampa di Montecitorio. Lo stesso Giuli parla di “rapporto di concordia e di volontà di andare avanti, con forza, condivisione e serenità”.
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