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Morto Giovanni Scambia, in prima linea conto i tumori ginecologici

di Redazione Libri Arte
21/02/2025
Tempo di lettura: 3 minuti
Morto Giovanni Scambia, in prima linea conto i tumori ginecologici

(di Manuela Correra)
Per il professor Giovanni Scambia non c’erano orari, sabati o domeniche. Il suo cellulare era costantemente acceso e rispondeva sempre: ai pazienti, per una richiesta di aiuto, ai giornalisti, per un chiarimento o un commento. Instancabile, lo si vedeva arrivare ai congressi internazionali di oncologia per tenere una relazione e ripartire nell’arco di poche ore, perchè a Roma la sala operatoria lo attendeva, insieme alle sue tante pazienti. Sempre gentile e con la convinzione che la ricerca fosse l’unica vera strada per dare nuove concrete speranze a tanti malati oncologici.
Scambia – ordinario di Ginecologia e Ostetricia dell’Università Cattolica, Direttore Scientifico della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, e tra i massimi specialisti mondiali in Ginecologia Oncologica – si è spento oggi a 66 anni dopo una breve malattia. Nonostante tutto, ha continuato a lavorare, visitare ed operare fino alla fine.
Tantissimi i riconoscimenti e gli attestati di stima giunti dopo la notizia del suo decesso: dal presidente della Regione Lazio Francesco Rocca (“La sanità italiana perde un luminare”), al presidente dell’Iss Rocco Bellantone (“Tante vite salvate con la passione di chi della medicina fa molto di più che un mestiere, senza scindere mai sapienza e umanità”), dal ministro della Difesa Guido Crosetto (“Uomo straordinario, una persona con un’umanità unica”) al sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato (“Esempio di eccellenza e impegno”). Lo definisce un “gigante della Ginecologia oncologica” il presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) Franco Perrone, che lo ricorda con le parole dell’ultima telefonata avuta con lui: “Solo 20 giorni fa ci siamo sentiti telefonicamente, poco dopo aver avuto la diagnosi di neoplasia che lo aveva colpito. Abbiamo parlato a lungo, ma ad un certo punto ha interrotto la telefonata dicendo ‘va bene, ora però devo proprio lasciarti, devo andare ad operare. Mi aspettano'”.
Ed il suo Policlinico, il Gemelli, lo ricorda come un “grande medico, un bravissimo docente, uno scienziato di classe mondiale, un amico attento con cui confrontarsi ogni giorno”. Ma anche come “un medico visionario e al contempo concreto, amato da tutte le sue pazienti malate di tumore cui ha sempre offerto il meglio delle terapie disponibili e una grande umanità”. Ha formato generazioni di ginecologhe e ginecologi che hanno raggiunto importanti posizioni nella disciplina e ha creato, sottolinea il Policlinico, uno dei centri di assoluta eccellenza nella ginecologia, portandolo al quarto posto al mondo nel ranking 2025 dei World’s Best Specialized Hospital. Un innovatore nella ricerca, autore di oltre 1100 pubblicazioni. Il suo nome è stato associato anche alla vicenda della principessa Kate Middleton.
A ricordarlo sono anche le sue pazienti, e Sara è una delle più giovani: ha 15 anni. Scambia l’ha operata e visitata solo poche settimane fa. “Mi ha sempre tranquillizzata, rassicurata. Ha operato anche mia madre – racconta – ed io sapevo che era un grande chirurgo. Non mi ha mai trasmesso alcuna ansia e questo per me è stato importantissimo. Oggi sono davvero triste”.
Era pronto a ‘scendere di nuovo in campo’ il 24 febbraio, per il tradizionale evento di raccolta fondi ‘Note di luce, quando la musica illumina’, da lui ideato per supportare le attività cliniche e di ricerca della Ginecologia Oncologica del Gemelli.
“Quando ho iniziato il mio percorso per diventare ginecologo oncologo non avrei mai pensato di poter dire a una donna in età fertile con un tumore che dopo la guarigione avrebbe potuto avere un bambino, o che l’intelligenza artificiale potesse essere di aiuto a fornire modelli predittivi di risposte alle cure. Eppure, oggi è così!”, diceva, pochi mesi fa, nel docufilm ‘Le radici del domani’, racconto dei 60 anni di storia della Ginecologia e Ostetricia dell’Università Cattolica a Roma. Un messaggio di speranza che Giovanni Scambia lascia all’intera comunità scientifica.   

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