Nevio era una persona buona,
determinata e generosa, creativo nel pianificare iniziative di
promozione della salute e cultura del dono ed instancabile nel
sostenere a livello istituzionale la necessità di soluzioni ai
bisogni concreti dei malati trapiantati. E’ il ricordo che dello
scomparso Nevio Toneatto, imprenditore, animatore di tante
attività, presidente dell’Associazione Cardiotrapiantati
d’Italia, ha espresso Gianfranco Sinagra, cardiologo e amico,
che lo ebbe in cura a Trieste nella prima fase della malattia.
Nevio Toneatto, “una vita per la cultura del dono”, ha sempre
invitato all’impegno per mantenersi in salute con stili di vita
sani e l’attività fisica e sportiva. Nel 2018 portò a Lignano i
campionati europei dei trapiantati di cuore e polmoni,
un’olimpiade per riaffermare la conquista piena della vita.
“Facciamo nostro il suo invito per una cultura della donazione
promotrice di vita. Siamo grati a tutti i sanitari che lo hanno
curato ed abbracciamo con affetto Francesca che nel ricordarlo
con infinito amore ha affermato ‘il mio eroe con tre cuori,
quello di nascita e quelli donati: tutti meravigliosi'”, auspica
Sinagra.
Toneatto aveva vissuto una lunga fase di cure avanzate al
“Centro Trapianti di Cuore UD-Livi-Vendramin, dopo essere stato
a Trieste. Anni fa scriveva: “A 33 anni una banale influenza ha
condizionato indelebilmente la mia vita. Il mio cuore, colpa di
un virus incattivito, si è ingrossato ed ha iniziato ad essere
poco efficiente”. Erano seguiti 12 anni di cure che gli hanno
consentito di “convivere con uno scompenso che man mano
diventava più importante” fino a quando si era reso
indispensabile un trapianto di cuore che avviò “un calvario di
10 mesi” di attesa con gli “ultimi tre che sono stati un
tormento infinito, attaccato ad una macchina che mi permetteva
di sopravvivere”. Dopo il trapianto, sono passati più di 16
anni. Infine, invitò “tutti i giovani e meno giovani” ad andare
in Comune a rinnovare la Carta d’Identità rispondendo “SI alla
domanda di diventare donatore”.
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