Puntare alla ‘presa in carico’ vaccinale per aumentare le coperture e ridurre disabilità e decessi per malattie respiratorie negli anziani: è l’obiettivo di Italia Longeva, l’associazione nazionale per l’invecchiamento e la longevità attiva del ministero della Salute, che ha riunito istituzioni, professionisti ed esperti sanitari in un convegno sul tema.
A parlare sono i dati: nel 2023 solo il 47% e il 18% di vaccinazione, rispettivamente antinfluenzale e anti-Covid-19, per gli oltre 18 milioni di over-60 eleggibili alle due immunizzazioni; adesione di poco più del 25% degli oltre 750mila 65enni ai quali viene raccomandata e offerta gratuitamente la vaccinazione per proteggersi dalla polmonite pneumococcica, nonostante lo preumococco risulti la causa più comune di polmonite per gli over-65, con una letalità del 20-40%; 290mila casi di infezione respiratoria acuta da virus respiratorio sinciziale (seconda causa di polmonite virale per anziani e pazienti cronici) negli over-60, che causano oltre 25mila ricoveri e circa 2mila decessi intra ospedalieri. Questo il quadro fornito da Italia Longeva, che ha lanciato l’appello sulla necessità di fare rete e moltiplicare gli sforzi per promuovere una più ampia adesione alla vaccinazione da parte dei soggetti più vulnerabili, per i quali le infezioni respiratorie rappresentano una grave minaccia di salute.
A partire dalla “banale” influenza che, nei casi più gravi, può portare a complicazioni fatali come testimoniano i 400mila decessi per cause respiratorie e i 300mila decessi per cause cardiovascolari causati ogni anno in Europa proprio dall’influenza. “La vaccinazione viene ancora troppo spesso sottovalutata nella pienezza del suo valore – spiega Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva -. I vaccini rappresentano lo strumento di protezione più efficace e sicuro contro le malattie respiratorie più diffuse, impedendo che una condizione di fragilità precipiti nella disabilità. Con l’aumento dell’aspettativa di vita e una popolazione sempre più anziana, è necessario un cambio di paradigma che metta al centro la prevenzione”.
La mancata vaccinazione degli anziani contro i virus respiratori, sottolinea Italia Longeva, ha un forte ‘impatto economico sul Servizio sanitario nazionale (Ssn) e anche sul sistema di welfare. Una recente analisi condotta da Altems Advisory – Spin off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha evidenziato che il Sistema-Paese, e quindi non solo il Ssn, potrebbe avere dei benefici in termini di recupero di gettito fiscale fino a 500 milioni di euro, un risparmio di costi sociali di circa 3 miliardi e un abbattimento della produzione persa fino a 10 miliardi.
“I virus respiratori – sottolinea Francesco Vaia, direttore generale alla Prevenzione del ministero della Salute – sono tutti ugualmente pericolosi, perché le infezioni che ne conseguono possono essere più o meno gravi a seconda delle condizioni di salute o fragilità di chi ne viene colpito. Oltre ad essere un importante strumento di protezione individuale, la vaccinazione produce un beneficio di salute per tutta la comunità e in particolare per le fasce di popolazione più a rischio. Con l’arrivo della stagione invernale, i virus respiratori hanno una maggiore facilità di diffusione. Per questo è importante essere preparati e vaccinarsi”.
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